Tumori: la prevenzione inizia con una App

Prevenire un terzo delle forme più comuni di tumore grazie ad una App per smartphone. Questa la sfida che hanno raccolto gli ideatori di “A third less”, applicazione realizzata dal Consorzio di ricerca Luigi Amaducci, attraverso un team coordinato dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) e composto anche da Università di Padova (Dipartimento di Neuroscienze; Unità operativa di riabilitazione ortopedica), Istituto Oncologico Veneto e azienda Openview, con la sponsorizzazione di Takeda.

“A third less” permette di avere sempre a disposizione sul proprio cellulare indicazioni sull’alimentazione da seguire e sull’attività fisica da svolgere per prevenire il cancro. Secondo i dati raccolti dal World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research, infatti, circa un terzo delle più comuni forme di tumore potrebbe essere evitato grazie ad uno stile di vita sano. Da qui, il nome dell’App: “A third less”, in italiano “Un terzo in meno”.

Un progetto ambizioso e innovativo, di cui parliamo con la dottoressa Stefania Maggi dell’In-Cnr, coordinatrice del board del progetto insieme a Gaetano Crepaldi e Marianna Noale.

Dottoressa Maggi, innanzitutto, può spiegarci nel dettaglio le funzionalità e le finalità della vostra App?

“L’applicazione vuole offrire un aiuto concreto nella riduzione del rischio di ammalarsi di tumore. Secondo la già citata analisi condotta dal World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research, circa un terzo delle più comuni forme di tumore potrebbe essere evitato attraverso uno stile di vita sano. Abbiamo voluto, quindi, fornire indicazioni pratiche sull’alimentazione da seguire e sull’attività fisica da praticare per promuovere salute e benessere.
Vengono proposte tante video ricette realizzate in collaborazione con l’Istituto Oncologico Veneto ed un programma di esercizio fisico, studiato dal dipartimento di Medicina fisica e riabilitativa dell’Università di Padova, in cui un personal trainer guida l’utente esercizio dopo esercizio.
Per rendere la app più interattiva e coinvolgente ogni utente ha un suo avatar che deve trasformare in un ‘supereroe’ della salute, inserendo quotidianamente nella App informazioni circa i cibi che assume e lo sport che pratica”.

Il vostro progetto di prevenzione prevede anche l’utilizzo dei social media. Concretamente, in che modo interagiranno l’App “A third less” ed i social ad essa collegati?

“Per prevenire in modo efficace non vogliamo ‘imporre’ dei comportamenti, ma promuovere una nuova cultura della prevenzione.  La App rappresenta, per così dire, la punta dell’iceberg del progetto, ma ‘A Third Less’ è molto altro. Abbiamo realizzato un portale web che viene alimentato con contenuti aggiornati riguardo gli argomenti trattati e rappresenta un importante strumento di approfondimento e di informazione. Il portale www.athirdless.com contiene inoltre il blog di progetto, all’interno del quale tutto il gruppo di lavoro condividerà articoli finalizzati al miglioramento delle conoscenze sulla prevenzione tumorale.
I social network agiranno in sinergia con il portale web, condividendo con cadenza quasi quotidiana contenuti finalizzati sia al download della App che alla divulgazione della cultura della prevenzione attraverso infografiche, contenuti testuali e multimediali”.

Facendo un passo a ritroso, che cosa vi ha spinto a creare una App finalizzata alla prevenzione dei tumori piuttosto che affidarvi a strumenti “tradizionali” come una brochure o simili? Quali valutazioni sono state fatte in relazione al mezzo da utilizzare?

“La creazione di una App all’interno del progetto ‘A Third Less’ ci ha consentito di fornire uno strumento interattivo, molto semplice da utilizzare e molto coinvolgente. Bisogna inoltre tenere conto che, facendo prevenzione, il target di riferimento è molto vasto e generico. Ci rivolgiamo infatti a fasce di popolazione che utilizzano molto più il web e le App per informarsi, rispetto ad altri strumenti di comunicazione più ‘classici’ come volantini e brochure.  Grazie all’interattività con l’utente, la dimensione ludica e la possibilità di fornire contenuti multimediali speriamo di far breccia in un grande numero di utenti in modo significativo”.

In qualche modo, lo ha anticipato lei: una App per la prevenzione dei tumori è certamente innovativa, ma forse taglia fuori chi è meno propenso all’utilizzo della tecnologia, in particolare le persone anziane, ma non solo…

“Il concetto è vero solo in parte. Basti pensare all’utilizzo dei sistemi di home banking o, per fornire qualche esempio relativo ad applicazioni più vicine al mondo sanitario, al ritiro dei referti degli esami di laboratorio, che in molti ospedali avviene quasi sempre attraverso sistemi online, senza generare alcun problema. Nel momento in cui il paziente/utente ha delle difficoltà relative all’utilizzo della tecnologia, nella quasi totalità dei casi, viene assistito dai propri familiari o da caregiver. Inoltre, sottolineo che la prevenzione va iniziata in età giovane-adulta e che rappresenta un percorso che deve durare per tutto l’arco della vita”.

Sguardo al futuro: come si immagina la prossima App “rivoluzionaria” in ambito di salute e prevenzione?

“Strumenti, piattaforme e linguaggi, al giorno d’oggi cambiano con grande rapidità e non è facile prevedere in che modo le App evolveranno.  L’unica certezza che abbiamo è che nei prossimi anni verranno sviluppate sempre più App riguardanti la salute, visto l’enorme boom che hanno avuto recentemente. Abbiamo già in mente nuovi sviluppi per ‘A Third Less’: tanti nuovi contenuti e funzionalità innovative. Inoltre, posso anticipare che, visti i risultati che stiamo avendo con questa App, stiamo avviando un progetto ancora più ambizioso: una App che aiuti nei percorsi di cura dopo la diagnosi di patologia tumorale, che possa aiutare i pazienti, il personale sanitario e i caregiver nelle difficili scelte da attuare giorno per giorno”.

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