Dispositivi smart: la tecnologia per prevenire l’Alzheimer

La malattia di Alzheimer-Perusini, detta anche morbo di Alzheimer, è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio prevalentemente in età presenile. Solo in Italia ne soffrono circa 1,3 milioni di persone. A oggi non esiste cura specifica e sebbene la ricerca abbia già compiuto diversi passi avanti nella definizione di strategie terapeutiche integrate, il modo migliore per combattere l’Alzheimer rimane la prevenzione.

Di fronte alla complessità di gestione, ai costi economici e sociali del malato di Alzheimer, è sempre più rilevante individuare strumenti semplici ed economicamente sostenibili che permettano di riconoscere in modo tempestivo nella popolazione anziana coloro che corrano il rischio di sviluppare tale patologia. In questo contesto cominciano a farsi strada alcuni dispositivi smart: la tecnologia come strumento di prevenzione dell’Alzheimer.

In tale direzione, l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino sarà tra i capofila del progetto internazionale My-AHA: 600 i pazienti reclutati nel mondo, 80 dei quali a Torino, su cui dalle prossime settimane si valuterà il rischio Alzheimer, nonché il decadimento cognitivo, psicologico, fisico e sociale, mediante moderni e rivoluzionari device;

  • occhiali giapponesi,  in grado di registrare i movimenti del corpo e del capo, e di valutare, grazie a giroscopio e accelerometro, l’equilibrio del soggetto nello spazio
  • applicazioni di bande speciali sui materassi per registrare la qualità del sonno
  • smartphone di uso quotidiano muniti di giochi di memoria, elaborati specificamente per questo studio, che ciascun soggetto sarà in grado di completare per testare lo stato della memoria, dell’orientamento e la capacità di risolvere problemi più o meno complessi

Dei soggetti coinvolti, metà saranno semplicemente monitorati nel tempo, l’altra metà sarà sottoposta ad attività di stimolazione motoria, psicologica, cognitiva e sociale, grazie all’uso dei nuovi e avveniristici strumenti. Tutti i dati saranno raccolti da un sistema integrato capace di riconoscere un peggioramento della condizione nel tempo: uno studio a 360 gradi della durata di un anno e mezzo, e ulteriori sei mesi per esaminare i risultati e definire un futuro piano di lettura terapeutica.

Obiettivo fondamentale: puntare sulla diagnosi precoce, ben prima che compaiano i sintomi della malattia, per rallentarne la progressione e aumentare l’indipendenza di quanti ne sono colpiti. Come raggiungere l’obiettivo? Con l’adozione di device hi-tech, strumenti smart per la prevenzione della malattia di Alzheimer.

Leave a Reply