I pazienti mentono. Era una delle tesi che il dottor Gregory House, protagonista dell’omonima (e fortunatissima) serie tv americana, sosteneva con maggiore convinzione. E forse non a torto, visto quanto evidenziato da una ricerca recentemente divulgata da MioDottore, piattaforma italiana specializzata nella prenotazione online di visite mediche.
Lo studio ha coinvolto e messo a confronto circa 800 intervistati tra specialisti e pazienti su temi quali sincerità, fiducia e fedeltà. Ne è emerso un quadro sorprendente, ancorché ricco di sfaccettature. Da un lato, infatti, oltre la metà dei dottori intervistati (59%) ritiene che durante le visite i pazienti omettano dettagli o addirittura nascondano informazioni a proposito dei reali motivi della visita. Dall’altro, la stragrande maggioranza dei pazienti (93%) si professa “innocente”, sostenendo di non aver mai nascosto informazioni di rilievo al proprio medico.
Difficile dire da quale parte stia la verità, tuttavia camici bianchi e pazienti (o meglio, quel 7% di pazienti reo-confessi…) sembrano concordare almeno su un punto,: le motivazioni che spingono a mentire al proprio medico, ovvero bisogno di privacy e senso di pudore/imbarazzo.
Altro dato interessante (e discrepante) quello relativo alla “disciplina”. Tra i pazienti intervistati, solo il 3% dichiara di non seguire le indicazioni dello specialista consultato, ma è doppia (6%) la percentuale di esperti che ritiene di avere pazienti poco disciplinati, che non rispettano le cure prescritte, in particolar modo circa l’assunzione di farmaci, il riposo o la raccomandazione riguardo una possibile seconda visita.
Secondo i camici bianchi, la mancanza di disciplina è dovuto alla crescente diffidenza dei pazienti italiani ad assumere medicinali (41%), alla dimenticanza e alla pigrizia (23% per entrambe le motivazioni), mentre solo nel 9% dei casi i medici ritengono che gli assistiti non siano davvero convinti delle raccomandazioni ottenute. Di nuovo, alcune delle ipotesi avanzate dagli specialisti trovano riscontro sul versante dei pazienti, il 40% dei quali ammette di dimenticarsi o di essere troppo pigro per sottoporsi ad una seconda visita. C’è, però, anche un altro lato della medaglia, evidentemente sottovalutato dalla componente medica: quasi la metà dei pazienti (47%) afferma di non presentarsi alla seconda visita perché preferisce consultare un altro esperto al fine di verificare la bontà delle cure prescrittele.
In mezzo ad un quadro così complesso, e per certi versi contraddittorio, quasi sorprendono i dati che riguardano la “fedeltà” al proprio dottore. L’indagine di MioDottore rivela, infatti, che i medici a cui si è più fedeli sono quegli specialisti a cui i pazienti si affidano per le problematiche più intime e personali: ben il 31% degli intervistati non abbandonerebbe o cambierebbe mai il proprio ginecologo, urologo (9%) e psicologo (8%).
In tal senso, addirittura il 74% dei pazienti si dichiara fedele al proprio specialista, confermando di non volerlo cambiare e di non essere intenzionato a chiedere un secondo parere ad un altro esperto. Questo perché si fidano del dottore scelto (41%) o perché desiderano sentirsi sicuri e poter dialogare con qualcuno che conosca bene la loro storia clinica (21%).
Per quanto riguarda gli intervistati che, invece, tendono a cambiare esperto (26%), essi motivano tale necessità in primis con la volontà di far valutare le problematiche specifiche allo specialista di competenza (30%), mentre il 26% ammette di voler cambiare a causa di aspetti del medico precedente non particolarmente apprezzati.